TIZIANA BE

Biografia sintesi - Fotografa professionista dal 1979, laureata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha insegnato Fotografia nel 1984-1985, si è specializzata in riprese di architettura, arte, pubblicità e reportage, pubblicando cataloghi d’arte e libri di ricerca sul territorio bolognese. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere fotografiche e di ceramica sono presenti in collezioni pubbliche e private; nella sua casa-studio a Sala Bolognese (BO), “Arte Archetipi e Mito”, il Mito vive in varie forme: l’artista opera impiantando grandi sculture realizzate in materiali pesanti, utilizza pietra e cemento armato. Sue opere pubbliche sono visibili in rotatorie a Calderara di Reno: “Shangai”; “Bimbi multietnici”; “Figura Umana che regge l’Arcobaleno”. Tra gli altri, ha scritto delle sue opere Valeria Tassinari: “… Apparentemente lontani, i due linguaggi si specchiano reciprocamente, tesi a creare una polarità emozionale tra il bisogno di ancorarsi alla concretezza dell’esistenza - la terra, i volti di persone conosciute - e la spinta all’elevazione verso una dimensione di pura spiritualità…”.

ARTE ARCHETIPO E MITO NELLA TERRA DI TIZIANA BE

video

IPAZIA

legno, plastica, tessuto, terracotta, cm 165 X (72 X 94)

Tiziana Be, scultrice e fotografa, quando parla del suo lavoro, cita Joseph Campbell, lo studioso americano che ha sistematizzato il Mito attraverso i propri studi traendone le funzioni metafisica, cosmologica, sociologica, pedagogica. Del mito, che ha il compito di giustificare nel sacro l’agire umano nel mondo e l’agire del mondo narrati per mezzo di significati pedagogici e cosmologici, dice Campbel: “deve essere tenuto in vita”. In tutte le epoche, gli artisti si sono occupati del mito coinvolgendo quel “ruolo” che nel mondo antico veniva svolto dai creatori dei miti delle origini.  Be ha assunto su di sé tale compito e lavora artisticamente con l’intento di produrne ‘emanazioni’ in diverse forme. Sul piano tecnico, scolpisce o forgia materiali pesanti, metallo, pietra, acciaio, ceramica. Il video mostra, in un esauriente e sintetico volo, alcuni passaggi della sua poetica incentrata sull’escatologia dell’arte nel mito e nell’archetipo insediato nel territorio abitato umano. Le figure s’impongono da lontano e si rivelano da vicino. “Archeo-astronomiche” e terapeutiche sculture sono amplificazione del pensiero che fin dalle origini delle civiltà, per impulso culturale universale, radicavano l’esigenza di esprimere e di sancire l’edificazione che permanesse nel tempo. Le sue sculture attestano la somma del sapere antico e quello dell’artista alla ricerca della materia e delle forme che per famigliarità e atmosfera s’impregnino di magia e lascino intuire che vi siano risposte 'giuste', che possano essere trovate, ascoltando il richiamo di madre terra.
DA QUI LA SELEZIONE E IL FILTRO SULLE FORMULE ESTETICHE TRATTE DA MODELLI DELLE ANTICHE CIVILTÀ, A LEI NECESSARI PER ETERNARE IL MITO. 
L'ESPERIENZA ESTETICA È DUNQUE VARIA E COMPLESSA, NON SI FERMA MAI SU DI UN SOLO MODELLO, TRA PASSATO RIVISITATO E PRESENTE RETRO-ATTIVATO NEL MITO
Le sue opere sono di una fermezza che rasentano il mondo arcaico o greco del periodo severo, le figure inserite nella struttura compositiva del megalite, o della colonna. Nel caso dell’opera Ipazia, Be utilizza una particolare e leggera forgiatura di tecnica mista legno, plastica, tessuto, terracotta.  Una “figura severa” in posizione seduta tra le sculture che rappresentano donne o uomini vestiti di tuniche classicheggianti, si “spogliano” della ponderazione del mondo antico non appena il fruitore vi si avvicina. Lo sguardo delle figure che da lontano appare interiore, improvvisamente, si anima animando l’intera figura che sembra guardarti e indicarti il fuoco del racconto trattenuto, il sapere narrato dal mito, il valore cosmologico liberato. Ipazia d'Alessandria, scienziata e filosofa greca, formulava ipotesi sul funzionamento del mondo intero, venne uccisa trucidata nel 415 da fanatici religiosi che non tolleravano che una donna “senza il velo” fosse un’astronoma. Un omicidio chiaramente religioso, politico e filosofico, un femminicidio: Ipazia è simbolo di libertà nel mondo.


Marinella Galletti

Arte Archetipi e Mito (su fb)

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