MARINELLA GALLETTI

Biografia sintesi - Laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, specializzata in Comunicazione Educativa, Università di Padova, Master in 'Psicologia dell’arte e della letteratura', è docente di Storia dell’arte. Vive a Cento (FE). Fin dagli anni della sua formazione, avvia la propria attività espositiva partecipando ad eventi dell’arte nazionali e internazionali, e letterari, conseguendo premi e riconoscimenti. Realizza mostre personali ed eventi di performances di poesia. E' saggista e curatrice. E’ autrice di romanzi, poesia e di saggi sull’arte; ha scritto articoli in progetti di didattica dell’arte e ideato modelli in arte-terapia. Ha fondato nel 2013 ArtemDocere, di cui è Presidente, per l’ampliamento dei fondamenti pedagogici dell’arte; nel 2019 ha dato vita al progetto ARTISTE/Revolution e ha in corso la curatela artistica della mostra Le ARTEfici del Mondo. La sua ricerca artistica e letteraria si caratterizza nella “modularità”: Dipinti e Parole come cellule di un racconto visivo. Tra gli altri, ha scritto Alfonso Lentini: '... Sono opere portatrici di una consapevole operazione estetica e trasposizione di una concezione definita dell’arte ... Ci si imbatte in «unità morfologiche e fonetiche » fatte di visi, mani, labbra, occhi, “monoangeli”  “corolle giganti”, macro-cellule che si estroflettono nello spazio come se fossero pàtine di luce proiettate da una lanterna magica. Luoghi, anfratti e curvature del cosmo ne vengono pervasi e può capitare che queste carezzevoli proiezioni evochino geometrie non-euclidee dove il piano (come viene comunemente inteso) è sostituito da superfici arbitrarie, fluttuanti e irriducibili alle abituali norme percettive.'

TIPI COSMICI

acrilici su modulari di carte trattate e sagomate

cm (24 X 25) X 330

Si nasconde qualcosa di ancestrale e archetipico nella ricerca artistica di Marinella Galletti che, attraverso il suo ricorso all'arte riporta in auge uno studio che affonda le radici in un universo illo tempore. Mediante un gioco - mi si lasci passare il termine – di relazioni e reciprocità, la Galletti apre ad una orchestrazione di scambi che si basano sulla modularità, che Ella ha scelto come uno dei linguaggi formali prediletti.
Si tratta di una composizione dipinta su moduli in cartone che vanno a formare una colonna metaforicamente simile ad uno stelo, ad un tronco sul quale fioriscono grandi corolle, visi o frammenti. emblema di un perpetuo ciclo vitale. In verità l'opera Tipi Cosmici non è che una delle tipologie di linguaggi a cui la Galletti si affida, accanto alla narrativa e alla poesia, in una commistione che si fonde per giungere ad un più ampio universo, quello dell'arte terapia, in un curriculum molto trasversale che oscilla tra l'arte visiva e la didattica, passando per la scrittura e le performances. Una riflessione imperitura, in grado di focalizzarsi sulle più variegate dinamiche dell'arte e del suo ruolo nella società di oggi, dallo stadio educativo a quello fruitivo. Uno sguardo plurimo, quello di Marinella Galletti, che si accompagna alle varie professionalità a cui lei si lega nel proprio quotidiano. L'opera qui proposta si affida ad un missaggio tra istanze del poverismo – per i materiali semplici utilizzati – e ad un sintetismo stilistico che cerca nell'essenzialità  la propria reale dimensione, in cui caducità e rinascita si rincorrono simbolicamente mentre i moduli in materiale di riciclo crescono in una sorta di diramazione, vanno verso l'alto, idealmente, in maniera infinita. Simmetria, diarchia tra divisione e unione, valore spaziale, sono i termini 

GEMME

acrilici su modulari di carte trattate e sagomate

cm (42 x 38 x 28); altezza installazione cm.170

concettuali a cui si affida laFENOMENOLOGIA DI UN'OPERA COME QUELLA IN QUESTIONE, CHE NON È UNA SCULTURA, QUANTO, PIUTTOSTO UN'INSTALLAZIONE CHE HA NELLA SUA PRECARIETÀ E NELLA SUA INTIMA LEGGEREZZA QUALCOSA CHE SOTTENDE AD UNA FORMA SENSIBILE ED EMBLEMATICA. NELL'OPERA COROLLE GIGANTI, I GRANDI FIORI SEMBRANO SBOCCIARE NEGLI OCCHI DI CHI OSSERVA, COME SE SI TRATTASSE DEL RISULTATO DI UNA FOTOGRAFIA SCATTATA IN MODALITÀ MACRO; CI SENTE COME AVVOLTI DALLA FORZA DEI COLORI DEI PETALI, COME SE NE FOSSE EVOCATO ANCHE IL PROFUMO, INVESTENDO, IN TAL MODO, LA FIGURAZIONE DI QUELLA CHE POTREBBE ESSERE UNA IMAGO DI VALORE COLLETTIVAMENTE RICONOSCIBILE E SINESTETICAMENTE COMPRENSIBILE. UNA RICERCA PITTORICA CHE SI RIVELA LATRICE DI PERCEZIONI SENSIBILI TANTO PERSONALI QUANTO UNIVERSALI, CHE DALL'IMPATTO VISIVO E FENOMENOLOGICO TOUT COURT, VIRANO IN DIREZIONE DI UNA SPECULAZIONE ONTOLOGICA PIÙ SOTTILE E COMPLESSA CHE SI (RI)COSTRUISCE ATTRAVERSO LA MODULAZIONE DELL'IMMAGINE CHE L'ARTISTA METTE IN SCENA, COSÌ COME ACCADE NELLE SUE OPERE NARRATIVE. LA VERTICALITÀ INSITA NELL'OPERA  DÀ L'IMPRESSIONE DI INSERIRSI IN UNA SORTA DI SPAZIO ALL'INTERNO DEL QUALE QUALCOSA DI NUOVO PUÒ GERMINARE, CRESCERE CON LA LEGGEREZZA DI UN FIORE. LA MEDESIMA VERTICALITÀ CHE SCENDE, SCAVA, FIN NEGLI ABISSI DELL'ANIMO UMANO, SIN NELLE VISCERE EMOZIONALI E DALLE QUALI RISALE, TENDENDO ALL'ALTO, ALLA LUCE, QUELLA DELLA VITA RICONQUISTATA. IN TALE INSTALLAZIONE VA, NATURALMENTE, RICERCATA ANCHE UN'EZIOLOGIA CHE PEDAGOGICAMENTE SI RIALLACCIA AL LAVORO CHE L'ARTISTA SVOLGE ATTRAVERSO LA DIDATTICA EDUCATIVA E L'ARTE TERAPIA.


Azzurra Immediato

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