LUCIA BUBILDA NANNI

Biografia sintesi - Laureata in Filosofia, si dedica alla pittura e al segno, educata fin da piccola da uno zio scenografo e avendo appreso da lui la “strada” per “giungere alle cose per altre vie”. Spinta dalla visione entomologica di Ernst Jünger, inizia a studiare insetti e, da oltre quindici anni, a servirsi della macchina da cucire. Disegna con “Bernina modello 1008 meccanico a pedale elettrico”. La difficoltà del medium utilizzato, l’ago della macchina, richiede un deciso controllo del gesto per trasferire all'ago ciò che vedono gli occhi. Si occupa di moda, crea i marchi Bubilda e Fili, costume, arte tessile; realizza abiti da scena per il teatro; attiva collaborazioni con le scuole, laboratori per bambini e ragazzi dal 2005. Dal 2016 inizia un’intensa attività espositiva, tra Ravenna, città dove vive, Rimini e Bologna, fondendo l’esperienza artistica e la moda alla performance.  Tra gli altri, ha scritto delle sue opere Sabrina Foschini: "… È una religiosità selvaggia quella che l’artista descrive, per cui corpo e natura divengono campi di battaglia, carichi gravi per l’imminente volo, zavorra di un mondo che nella santità si è determinati a superare …". 

TERZA ANNOTAZIONE DI ISTERIA E MISTICISMO

DEDICATA A ROSA DA LIMA

ricamo su canapa (eseguito con macchina da cucire bernina modello 1008), cm (120 X 150) x 2

Lucia Bubilda Nanni, artista e stilista, nel suo lavoro, il segno è ‘impuntura’ di fili; la funzione estetica coincide con il medium uilizzato: ‘filo cucito con macchina da cucire’. Nanni traccia il disegno con la ‘macchina’, nel virtuosismo grafico del ‘filo nero’ che si accavalla, si organizza su aree divenendo figurazione e si ‘sfila’ stagliandosi di netto contro il bianco della canapa, con resa incalzante, contrastata, priva di chiaro-scuri. Emerge il continuum figurato, senza sospensioni di tensioni o di forze direzionali del tratto, che si rafforza nell’intrico di fili e di sottintesi, in un processo di portata escatologica.
E’percepibile la forza esercitata dall’artista sul piano pratico-operativo, per il controllo necessario da porre sulla velocità della macchina da cucire e sull’azione dell’ago che attraversa il tessuto. Una funzione in parallelo alla vita, come ricerca e acquisizione dello stato necessario al raggiungimento del risultato finale, assimilabile alla ‘beatitudine’ nel momento in cui il rilievo cucito, il tratto grafico ottiene completo sviluppo lineare, giostrato tra le varie matasse in formazione, dalle quali estrarre e liberare le bave per ottenere pressioni e dilatazioni grafico/visive e/o posizioni delle figure, angolazioni sfalsate su di un unico piano. Un percorso inteso come pulsione e sperimentazione psico-attiva, dall’apprendimento alla percezione, dalle capacità motorie alle abilità intellettive.
La successione di segni del filo è ininterrotta, come in un’ansia del rincorrere la vita, ove si leggano gli stati stessi di vita (del filo) e i suoi esiti condizionati dalla condotta nelle fasi antecedenti (grovigli): le presenze femminili, tra i cui intrichi di fili emergono, incorporano ruggenti animali. Identificazioni di significati positivi o negativi, per forza o pericolosità, a indicare regioni umane non ancora esplorate o mai chiarite.La variegata e filamentosa attività nell’uso del filo da cucito ricorda il fare di Maria Lai, artista che ha attraversato gli anni  SESSANTA, SPERIMENTANDO FORME E MATERIALI: libri  E MAPPE ASTRALI CUCITE, AZIONI DI 
ARTE AMBIENTALE, DECLINATE A COGLIERE LE RADICI DELLA NOSTRA IDENTITÀ E MEMORIA.  nell’opera di Nanni, il particolare linguaggio di Lai e' amplificato a funzione tecnica. anche il titolo spiega la diversa enunciazione, qui intesa su di un piano estetico e teologico. 'Annotazioni' e' un termine gesuitico che indica ‘postille’, estremi di una ‘trascrizione’ su di una precedente iscrizione. concorre a dare forma a un progetto ricco di segni e codici che per Bubilda coinvolgono il rapporto fra isteria e misticismo. I suoi studi in Filosofia la portano a concentrarsi su di un tema: “la psicanalisi nel Novecento ha tentato di spiegare l’impulso all’estasi e/o all’auto-mortificazione nelle sante mistiche, da Santa Teresa d’Avila, Rosa da Lima, a Maria Egiziaca, riducendo l’esperienza mistica all’isteria, e condannando le sante e le mistiche ad essere oggetto di svalutazione, catalogate ingenue, frutto di superstizione popolare, o più banalmente folli”.
Il lavoro della Nanni parte da questo problema, come lei stessa spiega nella presentazione del suo progetto: “voglio verificare se l’isteria sia veramente patologia. Oppure se non sia la diretta conseguenza dell’esperienza mistica stessa”.
Per esplorare questa dicotomia, Nanni attualizza le sante e le mistiche della storia, dona loro i volti e il carattere di donne contemporanee, artiste, musiciste, persone da lei conosciute, ove cercare le tracce di quei comportamenti mistici o patologici. Questo suo cammino artistico, di assoluta invenzione sul piano propositivo, suggerisce un nuovo compito all’arte, di studiare il cuore delle sante con riguardo al loro destino individuale, ma in un senso più ampio, 'cucendo' le reciprocita' tra soggetti , e cogliendo la componente mistica presente nell'arte ed esprimibile dall’umanità nel suo complesso. 


Marinella Galletti

 Bubilda (su fb)

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