KETTY TAGLIATTI

Biografia sintesi -Laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1991, partecipa nel 1992 alla mostra Living RoomBio, alla Galleria Studio la Città di Verona, con la quale inizia una collaborazione che durerà circa undici anni. La sua carriera espositiva si avvale di partecipazioni a rassegne nazionali e a mostre personali tra Bologna e Ferrara, città dove vive nella sua casa-studio in campagna, sede dei corsi d’arte che organizza e in cui è insegnante a gruppi di allievi. La sua arte si concentra sul “filo e con l’ago” nelle dinamiche della pittura e del basso-rilievo, “cucendo e intagliando maestose visioni del suo giardino”. Privilegia come soggetto ‘la rosa’ in un’intensa modulazione del segno, della superficie e del rilievo, talvolta informale o astratto. Tra gli altri, ha scritto delle sue opere Maria Livia Brunelli: “… Stupefacente è la tecnica utilizzata per un'opera così grande: ogni petalo è realizzato con centinaia di spilli, che, sapientemente affiancati e direzionati, creano le morbide volute tipiche di questo fiore. La fitta trama di spilli lucenti si presenta come un raffinato ricamo d’argento, circondato da una cornice decò …”.

ROSE DEL MIO GIARDINO

ossidi e ricamo su tela, cm 122 X 161

INTERVALLO

ossidi e ricamo su tela, cm 127 X 130

Ketty Tagliatti è poetessa della pittura. La sua tecnica si incentra sul segno, l'ornato e il bassorilievo ottenuti con il cucito manuale finissimo, colto, virtuoso e consapevole del risultato atteso, su tessuti imbottiti, vissuti, vecchi materassi, telerie macchiate e colorate, rigenerati a nuova vita, trasformati in rose.
FIN DAL 2000, Conferisce e intaglia una figurazione privilegiata, la forma dELLA rosa, ai tessuti e alla materia filamentosa fibrosa con cui reiventa tutte le tecniche del cucito tramite innumerevoli modalità, e sempre vellutando. Utilizza filo colorato, spine di rosa, filo spinato, spilli; cuce come una tessitrice che trasforma in tessuto, tecnica, linguaggi dell'arte E  persino l'attrezzeria utilizzata, l'ago per cucire.
Risalgono agli anni Sessanta/Settanta le ricerche e sperimentazioni di nuove tecniche e materiali in grado di ribaltare il ruolo assegnato al medium utilizzato nell’arte al fine di riscattare tecniche manuali, quali la tessitura, ritenute ‘marginali’. PRATICHE che nei secoli avevano investito la questione dei ruoli e del “genere”. Le tecniche della tessitura e del cucito nell’arte, in realtà, sono comparse fin dalle sperimentazioni delle Avanguardie del Primo Novecento, basti pensare a Sonia Delaunay e allo stesso Picasso. Difatti tali tecniche troveranno un SEMPRE più ampio utilizzo anche da parte degli artisti uomini, OLTRE A donne. 
COME PER L’ARTISTA POLACCA MAGDALENA ABAKANOWICZ (1930–2017), LE CUI OPERE TESSILI ATTUANO LA PIENA RIVALUTAZIONE DELLA MANUALITÀ E DELLA MORBIDEZZA IN OPPOSIZIONE ALLA RIGIDEZZA E ALLA FREDDEZZA DEI MATERIALI SINTETICI, CONDUCENDO LA TECNICA A COINCIDERE CON LA STRUTTURA E CON LA SIGNIFICAZIONE DELL’OPERA FINO ALL’AFFERMAZIONE DELLA MASSIMA AUTONOMIA DELLA TECNICA USATA, COSÌ PER TAGLIATTI.
La sua tecnica E' medium E CODICE coincidente con la forma e con il contenuto. Nell’opera Rose del mio giardino, l’artista ha disegnato con il filo tutte le varietà di rose sovrapponendo un disegno all'altro per realizzare una mappatura, una sorta di carta geografica dell' infiorescenza SIMULTANEA delle rose.
noN UN 'ricamo', o un pretesto per indagare tutte le possibilità pittoriche  del mezzo espressivo usato, o della trama infinita virtuosa dell'intaglio e del rilievo ottenuto con la tecnica, INDUBBIAMENTE ALTISSIMA, bensì nel potenziale dell’arte di creare veri e propri ambienti vivibili  e, tramite la rosa, rielaborare le mutazioni della vita.
SUL PIANO STILISTICO, TRAE DALL'INFORMALE E SVILUPPA RITORNANDO ALLA FORMA CAPACE DI RAPPRESENTARSI COME UN'IDEA, UN CONCETTO. 


Marinella Galletti

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