FEDERICA POLETTI

Biografia sintesi - Laureata in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, tra il 2016 e il 2018 è cofondatrice di StudioMina, esperienza che le permette di promuovere lei stessa progetti curatoriali con altri artisti. Negli ultimi anni è protagonista di diverse mostre personali e rassegne in Italia e a Berlino. Espone in collettive in Spagna, da Barcellona a Malaga. I suoi lavori sono stati selezionati per l’edizione del 2019 del Festival della Filosofia di Modena, città dove è nata e vive e dove la sua arte è nota a un vasto pubblico; è finalista nel 2020, al Premio Nocivelli e Combat Prize; partecipa alla residenza artistica Amaneï, e a Selvatico [14]. L’artista traccia la propria figurazione, soggetti femminili dipinti a olio, con la tecnica dei grandi maestri, ma in uno scenario allo “specchio” del mondo famigliare abitato, umano. Descrive le proprie figure come “… Fantasmi, in cui si intuisce tutta l’angosciante inadeguatezza dell’essere umano che si nasconde dietro stratificazioni manipolate di dolore, ansia e fragilità … un percorso duplice e contraddittorio che oscilla fra i poli opposti di un allontanamento volontario e obbligato, la volontà di esistere ma di dissolversi come spirito…”.

GHOST IN WONDERLAND

olio su tela, cm 120 X 100

I dipinti di Federica Poletti introducono i maestri surrealisti, attualizzati tramite figurazione plastica pittorica, ottenuta con innumerevoli velature d'illusione  della forma e della consistenza materica e fascino della definizione di linee e dettagli oggettuali, simili a gioielli. davanti alle sue figurazioni, Come non ripensare ai famosi dipinti del 1928 di Magritte della serie ‘gli amanti’, ai loro volti avvolti da drappi nell’impossibilità reciproca di scorgersi, per destinare l’incontro e il bacio all’enigma della realtà inseparabile dal suo mistero? Poletti salpa dal ‘panno bianco’, dialogo negato tra gli amanti, per approdare a un’iconografia variegata del ‘tessuto individuale’ divenuta cifra sostitutiva del volto, come in un film ‘allo specchio’ della realtà, in un dialogo serrato tra naturalismo e iperrealtà.  Uno specchio rivelatore asimmetrico della vita terrena e famigliare, trascesa nell’altrove dei mondi. Poletti apre la scena dei suoi dipinti all’interno della più intima stanza dove le ‘ragazze’, forse un'autobiografia rincorsa e articolata con l’immaginazione di chi ama la storia e il film, rivelano in un sol colpo di scena il proprio 'vero volto'. Lo rivelano a noi che guardiamo attraverso lo specchio dell’arte, già illusorio di per sé di realtà ‘altra’, amplificata da poletti in codici e immagini, segni determinanti dissociazione fisica e caleidoscopio di riflessioni proiettate da altri specchi. Lo rivelano a se stesse, come nell'immaginario in cui ci si possa accorgere improvvisamente di vivere una ‘non più vita’. Simulazione e simulacro della vita parallela 'altrove', o della non vita nella realta', in una simultanea e toccante visione.
Poletti, tramite l’approfondimento tecnico pittorico, l'impiego dei colori puri, primari, soprattutto blu e rosso, e del chiaro scuro ottenuto con 

OVALI VERDI

olio su tela con fiori secchi, cm 24 X 18

MOLTO PIGMENTO BIANCO, CONDUCE SU DI UN PIANO NARRATIVO LA TRATTAZIONE DEL TESSUTO, DEGLI ABITI, DELLA MODA DI CUI SONO VESTITE LE ‘RAGAZZE’ DIPINTE NELLE SUE TELE, ED AMPLIFICA IL VALORE TATTILE ED ESPERIENZIALE CUI IL ‘TESSUTOindividuale’ rinvia, tratto oscurante del volto. Non semplicemente celato o mascherato, ma divenuto esso stesso maschera, della forma e della sostanza del velo, pizzo, telo, drappo, piume, vario tessuto, cappotto, oggetto. In Ghost in Wonderland, il volto della ragazza è commemorativo di un mondo vuoto, senza territori. L’abito indossato dall’eroina della favolosa fiaba di Alice, simboleggia l’interruzione della crescita; in Ovali verdi: soggetti vestiti alla moda ottocentesca voltano le spalle allo spettatore ed esibiscono i segni e le mutazioni avvenute con il loro trapasso. Sono materie erbose secche, spinose integrate al soggetto come decori preziosi a corredo dell'abito. queste 'trame' di spine colte dalla natura Trattengono in se stesse il vissuto tortuoso infelice del tradimento subìto e il fascino di un’eleganza fuori dal tempo come solo i fantasmi possono indossare. Sebbene ci inquietino, Poletti ci conduce verso immagini di "noi" allo specchio, dove le forti emozioni e il dolore sono già superati in quanto attraversati dalla morte e processati in altra esistenza. Molto affascinante, trascendere la vita senza paura, e attraversare i mondi. Seppure le identità dipinte da Poletti siano occultate, esse dialogano simbolicamente con le nostre esperienze di vita e sensoriali più autentiche ponendoci in grado di scavare oltre le coltri e gli strati di materie, per incontrare l’intima essenza, non fisiognomica del volto.
 

Marinella Galletti

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